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Venite a laudare l'amorosa Vergene Maria

il sacro nella vita quotidiana

"Una povera suora, che porta legna per la cucina, si immagina di portare la croce: la sola idea di portare il legno è sufficiente a impregnare l'azione del fulgore del supremo atto d'amore. La donnina cieca che fa il bucato prende la tinozza ed il lavatoio per la mangiatoia e la stalla..."( J. Huizinga, L'autunno del medioevo).

Il senso religioso nel medioevo pervadeva ogni aspetto e ogni momento della vita del credente; ogni cosa era specchio di un simbolo sacro e ogni accadimento era frutto di un intervento divino. Le Cantigas de Santa Maria sono una raffigurazione di questo mondo mistico e popolare allo stesso tempo; una raccolta di più di quattrocento canzoni che narrano miracoli decisamente apocrifi, interventi celesti in qualunque ambito della vita umana. Ma tutti questi miracoli sono sempre opera della Vergine Maria, non del Dio onnipotente che, almeno per quel che riguarda la Spagna, sembra aver delegato alla "Madre de Jhesu Cristo" il compito di occuparsi dei credenti. Questa propensione, tipica dell'immaginario popolare, a trasformare i santi e gli angeli in creature simili a dei cui dedicare preghiere e voti, era la prima critica che l'Islam rivolgeva all'Occidente. Padre di un monoteismo che si rifà anche alla dottrina cristiana, Maometto si trova subito a dover combattere il politeismo che nella Qa'aba, tempio probabilmente consacrato al Cristianesimo, aveva rimpiazzato il Dio unico con una numerosissima schiera di santi. Non solo in Spagna il personaggio di Maria è diventato il vero oggetto del culto, ma nelle canzoni dei trovatori francesi la Vergine riesce a motivare l'entrebescamen , cioè il manierismo e l'oscurità di una poesia che nasconde anche un significato religioso. Gran parte dei trovatori, presi a modello dai musicisti iberici, credevano nell'eresia catara, che imponeva l'adorazione della madre di Cristo sotto forma di eterna entità femminile. Dai simbolismi dell'eresia catara e da quelli del misticismo arabo, con una forte componente neoplatonica, nasce la poesia trovadorica, insieme alle Cantigas spagnole esempi eccellenti di musica di corte, raffinata ma assolutamente staccata dall'ambiente liturgico, festosa e ballabile ma con chiari rimandi al mondo della fede.

In Italia questa musica allo stesso tempo sacra e profana ha origine in un ambiente meno legato alle corti ed è indirizzata al popolo, per portare un messaggio di rinnovamento spirituale in un periodo di violente lotte politiche e sfiducia nel clero corrotto: le Laudi nascono presso le confraternite laico-cristiane che già operavano nel X secolo, e si sviluppano come mezzo per predicare: se agli inizi si rifacevano alla liturgia tradizionale, al canto dei salmi, nel XIII secolo, ormai all'apice del loro sviluppo, sono in volgare e inneggiano a Gesù, alla Vergine e ai vari santi, sono molto seguite dal popolo e per cantarle si formano delle confraternite, dette dei "Laudesi", specializzate e finalizzate esclusivamente al canto. Questa musica, religiosa ma extraliturgica, fatta per entrare nella vita quotidiana, per intrattenere e divertire gli ascoltatori ma al tempo stesso per trasmettere la fede, viene illustrata nel concerto dei Galinverna, in un viaggio ideale attraverso l'Europa e le sue diverse scuole di pensiero dal XII al XV secolo: musica che si orienta a gettare le basi di quella che sarà la musica colta ma non trascura l'energia, la vitalità e l'orecchiabilità della musica popolare, attraverso strumenti che non appartengono al mondo liturgico ma affiancano a volte le polifonie vocali sperimentate in ambito religioso.

 

 
 

 

contatti:
cell. 333 2618910
info@galinverna.com



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Vergene Maria
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